L’intelligenza naturalistica

Come definireste l’intelligenza?

Definito semplicisticamente come la capacità di risolvere i problemi, il concetto di intelligenza è uno dei costrutti maggiormente dibattuti dalla comunità scientifica internazionale e si è arricchito nel corso del tempo dei contributi provenienti dalla filosofia, dalle neuroscienze e dalle scienze psicologiche e dell’educazione fino ad essere considerato un insieme complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono di pensare, comprendere, spiegare fatti, azioni e fenomeni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, essere capaci di adattarsi

a situazioni nuove e di modificare le situazioni stesse quando necessario. Eppure ancora oggi la maggior parte delle persone, comprese quelle che si occupano della formazione e dell’istruzione dei bambini, tendono a considerare l’intelligenza come qualcosa di semplice e univoco che si esprime in due sole abilità: quelle verbali-linguistiche e quelle logico-matematiche. Tuttalpiù quelle artistiche. Pensate alla scuola: tutto l’impianto pedagogico e didattico è costruito su queste prime due forme di intelligenza e in misura minore sulla terza. Eppure basta osservare un po’ più a fondo noi stessi e gli altri per intuire che c’è molto di più.

La teoria delle intelligenze multiple

Era il 1983 quando Howard Gardner, psicologo e professore presso la Harvard University nel Massachusetts, dopo anni di ricerche in campo neurologico con bambini non più in grado di utilizzare le abilità di base come quella linguistica o logica a causa di lesioni al cervello, consegnò al mondo una teoria destinata a cambiare per sempre l’idea dell’intelligenza come fattore unitario misurabile tramite il quoziente intellettivo: la teoria delle intelligenze multiple. Secondo Gardner, ogni persona è dotata di almeno 9 tipi di intelligenza o, in altre parole, è intelligente in almeno 9 modi diversi:

  • intelligenza linguistico – verbale,
  • intelligenza logico – matematica,
  • intelligenza visuo – spaziale,
  • intelligenza ritmico – musicale,
  • intelligenza corporea – cinestetica,
  • intelligenza interpersonale,
  • intelligenza intrapersonale,
  • intelligenza spirituale ed esistenziale,
  • intelligenza naturalistica.

Queste forme di intelligenza interagiscono tra di loro in modi che determinano l’unicità di ciascuno e, sulla base delle esperienze, della formazione, delle attitudini personali e delle condizioni in cui viene messa, ogni persona può sviluppare tutte o solo alcune di queste 9 forme di intelligenza fino a raggiungere l’eccellenza o semplicemente livelli soddisfacenti di competenza. Il diverso grado di sviluppo di queste intelligenze influisce su ogni aspetto della nostra vita: dalla capacità di osservare, conoscere, riflettere e comprendere ciò che succede attorno a

noi fino alle convinzioni e all’atteggiamento che abbiamo nei confronti degli altri, di noi stessi e del mondo. La teoria delle intelligenze multiple ha reso evidente che la valorizzazione delle sole intelligenze linguistiche e logico matematiche ostacola una crescita personale piena e armonica e rende impossibile per molti sviluppare appieno le proprie abilità, diventando risorsa per se stessi e per la collettività, e rappresenta quindi una perdita per l’intera società. Pensate ad esempio a quanto sia importante lo sviluppo dell’intelligenza interpersonale, ovvero la capacità di comprendere le intenzioni, le motivazioni e i desideri delle altre persone, in un momento storico caratterizzato da un così grande senso dell’individualismo, o a quale risorsa potrebbe rappresentare l’intelligenza esistenziale, alla base del pensiero filosofico e alla capacità di usare e coordinare le altre diverse forme di intelligenza, o ancora a quanto sia strategica l’intelligenza naturalistica in un contesto di crisi ambientale che mette a repentaglio la nostra stessa sopravvivenza.

Ma cos’è l’intelligenza naturalistica?

Capaci di osservare, riconoscere e individuare alcune caratteristiche dell’ambiente, le persone dotate di questo tipo di intelligenza sono portate a classificare, attribuire categorie, ragionare per affinità e divergenze, individuare  i legami e le relazioni di causa-effetto, osservano gli elementi naturali con curiosità e attenzione e sviluppano interesse e amore nei confronti della

natura. Si divertono nel collezionare, analizzare, studiare e curare piante, animali e ambienti naturali e sviluppano sensibilità e attenzione verso gli aspetti ecologici e i bisogni del pianeta.

Perché dovremmo promuovere lo sviluppo dell’intelligenza naturalistica?

I bambini che hanno la possibilità di coltivare questo tipo di intelligenza sviluppano ottime capacità di osservazione e analisi che sostengono e amplificano l’intelligenza logico – matematica, riescono a cogliere meglio degli altri la complessità delle cose, sviluppando una maggiore capacità di prendere in carico dati ed elementi e questo si ripercuote positivamente sull’intelligenza intra e interpersonale e riescono ad arrivare ad una conoscenza più piena e più approfondita della realtà in

cui sono immersi. Essi inoltre sviluppano migliori capacità mnemoniche e hanno spesso migliori capacità di linguaggio. Come potete leggere in questo articolo infatti, osservare e nominare gli elementi della natura consente ai bambini di accrescere le proprie competenze linguistiche e con esse quelle narrative e immaginifiche, alla base della comprensione del mondo e di migliorare l’intelligenza linguistico – verbale. In altre parole, questi bambini diventano adulti più consapevoli dei fenomeni naturali, sociali ed economici e più capaci di agire in maniera competente ed adeguata. Queste abilità consentono di interagire correttamente e positivamente con il mondo e con le altre specie, rendendoci adatti alla contemporaneità, capaci di prendere in considerazione anche fenomeni apparentemente lontani da noi e di agire scelte e comportamenti localmente adeguati e globalmente significativi. In altre parole, ci rendono attivi e partecipativi nella cura del pianeta che ci ospita e ci fanno sentire parte della soluzione della crisi ambientale e climatica del nostro tempo. Educare i bambini affinché possano sviluppare la loro intelligenza naturalistica vuol dire prendersi cura del pianeta e, quindi, del loro stesso futuro perché non possono esserci persone sane in un mondo malato.

Quando diciamo che la cura per l’ambiente deve partire dalle nuove generazioni dobbiamo essere consapevoli del fatto che le nuove generazioni non potranno prendersi cura del mondo se non le avremo messe nelle condizioni di conoscerlo, di comprenderlo e di amarlo attraverso lo sviluppo dell’intelligenza naturalistica. Va da se che la responsabilità di favorire lo sviluppo di questa tipologia di intelligenza non è attribuibile soltanto agli insegnanti e agli educatori ma deve essere presa in carico dai genitori, i quali possono tra l’altro trovare enorme giovamento dalla frequentazione dell’ambiente naturale nella relazione con i propri figli. Le famiglie che spendono del tempo assieme in contesti naturali infatti, tendono ad essere dei sistemi più funzionali, se volete approfondire ne ho parlato qui.

Come possiamo favorire lo sviluppo e il potenziamento dell’intelligenza naturalistica?

Per fortuna, se frequentata fin dai primi mesi di vita la natura fa tutto da sola e i bambini sanno bene come utilizzarla per intrattenersi, giocare, osservare, esplorare, condurre esperimenti e imparare. Da parte nostra dunque, non dobbiamo fare altro che garantire ai bambini la possibilità di crescere a stretto contatto ambienti naturali complessi come lo sono quelli selvatici, all’interno dei quali essi possano correre, saltare, arrampicarsi, giocare, esplorare, costruire e fare esperienza diretta del mondo naturale: si alle Oasi, ai parchi naturali e ai sentieri fruibili anche dai più piccoli (se vi trovate in Campania, ne trovate alcuni qui).

Non c’è strategia migliore del gioco all’aria aperta per favorire l’interesse dei bambini nei confronti della natura e dare loro la possibilità di sviluppare questa forma di intelligenza. All’inizio l’attività è puramente sensoriale ed esplorativa e i materiali che suscitano maggiori attenzioni sono quelli capaci di generare percezioni di caldo/freddo, duro/morbido, liscio/ruvido e via dicendo come i ciottoli, il fango e la sabbia ma anche quelli in grado di produrre suoni come i semi di alcune piante, i rami ecc. In questa fase, alla scoperta della qualità dei materiali corrisponde la scoperta degli stimoli che è in grado di raccogliere il proprio corpo e delle percezioni che ad essi corrispondono, perciò è importante favorire esperienze multisensoriali che prevedano l’utilizzo delle mani, dei piedi scalzi, della pelle e di tutti gli altri sensi. Una passeggiata tra i ciottoli di un fiume ad esempio può offrire una molteplicità di stimoli e percezioni che possono arricchire notevolmente l’esplorazione del bambino e favorire lo sviluppo delle abilità cognitive, fisiche e fisiologiche attraverso ad esempio il miglioramento dell’equilibrio, della circolazione ecc.

Successivamente il gioco diventa più strutturato e prevede l’utilizzo intenzionale e consapevole degli elementi naturali come rami, sassi e foglie per creare, costruire, realizzare progetti, immaginare, produrre suoni e melodie ecc. In questa fase può essere utile fornire ai bambini gli strumenti adeguati per questo genere di attività come luoghi ricchi di spazi e di elementi ma anche il nostro supporto in attività più complesse o potenzialmente pericolose come l’accensione di un fuoco, la realizzazione di una tenda, lo scortecciamento dei rami ecc.

Quando i bambini diventano un po’ più grandi poi, possiamo fornire direttamente a loro gli strumenti che permettono di amplificare le proprie percezioni come macchine fotografiche, lenti di ingrandimento, binocoli e amplificatori o di lavorare in ambiente naturale come corde e coltellini e ancora contenitori per la raccolta di reperti (facendo attenzione a non danneggiare piante ed animali).

A casa poi, l’esplorazione può continuare con la classificazione dei reperti trovati e la predisposizione di erbari, pennari ecc. ma anche con la piantumazione di semi e bacche raccolte durante la passeggiata, la costruzione di cassette nido e bug hotel, la realizzazione di diorami e altre attività come l’orto, la cura degli animali domestici ecc.

I bambini sono apprendisti attivi, la loro curiosità li spinge a esplorare, a sperimentare e scoprire da soli come funziona la realtà che li circonda, il contesto in cui vivono, il mondo che li ospita. Ma affinché i loro apprendimenti siano significativi, è necessario che il contesto in cui si muovono sia stimolante, susciti l’azione e permetta loro di sperimentare; come ho ampiamente spiegato in questo articolo, i loro esperimenti devono essere autentici, il mondo in cui agiscono deve essere reale. Appare chiaro dunque come il ruolo di un adulto consapevole debba essere quello di facilitare l’azione del

bambino fornendo ambienti funzionali, esperienze significative e strumenti adeguati. Dare l’opportunità ai bambini di frequentare ambienti complessi come quelli naturali, permette loro di sviluppare appieno la loro intelligenza naturalistica e sviluppare le proprie capacità di osservare, analizzare e comprendere, sostiene la loro naturale attitudine ad imparare e incide positivamente su tutte le altre forme di intelligenza, migliorando sensibilmente il rendimento scolastico e le loro capacità di comprendere. L’intelligenza naturalistica è dunque una forma di intelligenza strategica e trasversale che migliora sensibilmente le nostre vite aprendoci al bello e alla capacità di stupirci, migliorando le nostre capacità di apprendimento e la nostra disposizione al nuovo e all’incognito, ci aiuta ad essere resilienti e ci rende cittadini migliori.

Lascia un commento

Blog su WordPress.com.

Su ↑