Diciamolo subito: attualmente in Italia, ad eccezione della Regione Liguria, non esiste alcun riconoscimento per la figura dell’educatore ambientale e ciò vuol dire che non esistono requisiti univoci per svolgere questa professione ne tanto meno una specifica formazione, col risultato che il più delle volte le attività di Educazione Ambientale vengono svolte su base volontaria, senza alcuna conoscenza di base e risultano inutili quando non addirittura controproducenti. Chi svolge tali attività è infatti mosso da un sincero interesse per l’ambiente e dalla positiva voglia di condividerlo con altri e proviene spesso dagli ambiti accademici delle scienze naturali ma, purtroppo, il fatto di essere competenti e/o appassionati non ci rende automaticamente in grado di comunicare e divulgare e men che meno di educare. L’educazione ambientale infatti è prima di tutto un processo educativo e come tale richiede, per essere innescato, una solida base di conoscenze afferenti al campo delle discipline pedagogiche oltre che una propensione personale all’empatia e alla capacità di essere coerenti e testimoni dell’atto educativo. Non è un caso che la legge più recente sulle professioni di educatore e pedagogista (legge di bilancio 205/17, comma 594 e successivi) disponga che a partire dal gennaio 2019 chiunque intenda svolgere la professione di Educatore (e nel testo si cita anche l’educatore ambientale) debba essere laureato proprio in Scienze dell’Educazione o Scienze pedagogiche. Quanto questa legge, ancora troppo recente, andrà effettivamente a risolvere una situazione di indefinizione e approssimatività non è ancora chiaro. Quello che è certo è che al momento, come si accennava, non esiste una formazione specifica ma solo alcune specializzazioni post laurea, corsi di approfondimento organizzati dai CEA e corsi non riconosciuti attuati dalle Associazioni. Al momento dunque il percorso formativo migliore per diventare educatore ambientale è quello della laurea in Scienze dell’Educazione o Scienze Naturali, il master universitario in Educazione e comunicazione ambientale e tanto, tantissimo studio individuale volto da un lato a colmare le lacune derivanti dalla scelta dell’uno o dell’altro percorso e, dall’altro, a specializzarsi in ambiti specifici del contesto ambientale e a stare al passo col progredire delle conoscenze scientifiche. L’educatore infatti è colui che si forma e si riforma, si educa e si rieduca costantemente in un processo di cambiamento e crescita personale continua.

Altro discorso poi, dopo aver acquisito una formazione di base, è svolgere la professione. Inutile stare ad aspettare bandi e concorsi specifici: poche proposte, pochi posti, poche opportunità, anche se con la legge 132/2016, art. 3 lettera G, l’educazione all’ambiente e alla sostenibilità diventa una funzione istituzionale del Sistema Nazionale delle Agenzie di Protezione Ambientale, coordinate dall’ISPRA e rappresentate dalle ARPA. Il concorso per entrare in tali strutture rappresenta quindi sicuramente una strada che si può tentare ma, nell’attesa, meglio mettersi in moto e contattare i soggetti che operano già in quest’ambito sul proprio territorio. Per prima cosa si può verificare se nella propria Regione la Rete IN.F.E.A è operativa. Il programma INFEA (Informazione, Formazione, Educazione Ambientale) nasce su iniziativa del Ministero dell’Ambiente ed è finalizzato a diffondere sul territorio strutture di informazione, formazione e educazione ambientale. Il Sistema INFEA si configura come integrazione di Sistemi a scala regionale in cui l’Amministrazione regionale svolge un ruolo di ascolto, di proposta e coordinamento, favorendo un colloquio continuo con i soggetti impegnati nel mondo dell’educazione ambientale ed ha come strutture operative i Centri di Educazione Ambientale, i Centri di Esperienza, i Centri di Ricerca Educativa e i Laboratori di Educazione Ambientale. Purtroppo la situazione e l’operatività di tali strutture è molto diversa da Regione a Regione e va da punte di eccellenza assolute come il Friuli o l’Emilia alla totale inattività come la Campania. Se nella vostra regione la Rete è operativa allora potete cominciare a collaborare con una delle sue strutture, altrimenti potete contattare le associazioni che svolgono progetti di Educazione Ambientale sul territorio e cominciare a collaborare con loro, ma in questo caso la collaborazione è per lo più su base volontaria. Se poi siete già abbastanza ferrati in fatto di progettazione educativa allora potete sviluppare un vostro progetto personale e proporlo a tutti i soggetti potenzialmente interessati come le Istituzioni scolastiche e comunali.

Sebbene dunque ci sia oggi estremamente bisogno di educatori ambientali, diventarlo resta un percorso tortuoso e accidentato e non sempre porta a svolgere questa professione a tempo pieno: il più delle volte le attività di Educazione Ambientale sono secondarie e collaterali ad una occupazione principale e ciò non facilità la specializzazione che questa professione richiede e si traduce spesso in insuccessi educativi di cui spesso neanche il promotore è consapevole. Se intendete diventare educatori ambientali dunque studiate, studiate tanto, studiate sempre, e fate in modo che questo divenga la vostra unica occupazione e preoccupazione. Cominciate col chiedervi perchè volete diventare educatori, chi deve essere educato all’ambiente, dove nasce e come si sviluppa da un punto di vista psicologico e sociologico la crisi ambientale, di cosa c’è realmente bisogno per risolverla, comprendete a fondo che cos’è un processo educativo e come si innesca, imparate a fare una buona progettazione educativa, lavorate all’infinito su voi stessi per poter essere punto di riferimento, per saper comunicare e coinvolgere, per saper creare empatia con le persone e sappiate che i risultati di ciò che fate non li vedrete oggi. Scoprite come apprende chi avete di fronte e qual è la sua storia. Cercate di comprendere come lavorano le emozioni e chiedetevi come si può suscitare amore (il vostro nei confronti delle persone e quello delle persone nei confronti dell’ambiente) perchè conoscere, mostrare e raccontare il problema non vi basterà, nessuno lotterà per salvare ciò che non ama. L’educazione è un processo lungo, complesso e multilivello e richiede tempo, dedizione e impegno ma, se vi donerete pienamente, vi ripagherà con una ricchezza che vi riempirà il cuore.


Il blog viene costantemente aggiornato con le notizie provenienti dal mondo della formazione e del lavoro. Per rimanere aggiornati cliccate sul pulsante “Segui il blog” in fondo alla pagina e riceverete una mail ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo.


VAI AI DOCUMENTI INTERNAZIONALI SULL’EDUCAZIONE AMBIENTALE


Leggi l’articolo ” CHE COS’È L’EDUCAZIONE AMBIENTALE”


Vai alla sezione “LETTER(N)ATURA” per i suggerimenti di lettura sull’educazione ambientale