Hai appena finito di pranzare e stai tentando di avvolgere senza troppi arricciamenti un chilo di pellicola per alimenti attorno a ciò che rimane del pranzo? FERMATI!
Lo so, la pellicola è comoda, veloce, consente di avvolgere tutti quei pezzetti di cibo che altrimenti non sapremmo dove mettere, riducendo spesso gli sprechi alimentari, la usano tutti da anni e poi, dai, è insostituibile! Già, la usavo anche io, ma poi mi sono chiesta cosa sia davvero e qual è la fregatura che si nasconde dietro tanta praticità. Perchè quando le cose sono troppo comode la fregatura c’è sempre e di solito a rimetterci è il pianeta. Così ho cominciato ad informarmi e ho scoperto che nel caso della pellicola la fregatura non solo c’è, ma riguarda anche la nostra salute. La domanda successiva è venuta da sè: come la elimino? Così ho scoperto che essa è tutt’altro che insostituibile e se avrai la pazienza di seguirmi fino alla fine dell’articolo ti mostrerò come la mia famiglia ed io siamo riusciti in poco tempo e con poca spesa a bandirla da casa nostra.
PIACERE, PELLICOLA
Per prima cosa: cos’è la pellicola? La pellicola alimentare o pellicola estensibile per alimenti, un prodotto ormai presente in quasi tutte le cucine degli italiani per la praticità e la facilità di impiego, è uno strato sottilissimo di materiale plastico usato per avvolgere porzioni di cibo, proteggendole dal contatto con l’aria e contribuendo così a conservarne nel tempo sapore, profumo e consistenza. Le più diffuse in commercio sono le pellicole realizzate in PVC, un materiale plastico estremamente performante grazie alla presenza di plastificanti come gli ftalati (che come racconterò tra poco sono dei composti chimici poco amichevoli). Ci sono poi le pellicole in Polietilene, un materiale plastico che non contiene plastificanti e risulta dunque più sicuro quando viene a contatto con gli alimenti ma che, proprio per questo, presenta minore elasticità e minore adesione, risultando così meno performante. Di solito è impossibile conoscere a priori il materiale impiegato per la produzione della pellicola che stiamo acquistando perché la norma non obbliga a indicarlo in etichetta. Quando è specificato è per bontà della casa produttrice.
SALUTARE? NON TANTO!
Da vari anni è noto che l’uso di alcune tipologie di pellicole plastiche può causare la contaminazione degli alimenti conservati con sostanze nocive alla salute. Ricordate gli ftalati, quelli che vengono addizionati al PVC per migliorarne la flessibilità e la modellabilità? Ebbene al banco degli imputati ci sono proprio loro, accusati principalmente di indurre gravi alterazioni ormonali. Una volta ingeriti gli ftalati, essendo facilmente solubili nei grassi organici (non a caso il rischio di contaminazione è maggiore negli alimenti che contengono notevoli quantità di lipidi), si accumulano nei grassi corporei con rischi, nel lungo periodo, per il sistema endocrino e riproduttivo, per i reni e per il fegato. Ecco perchè la legge Ue n.10/2011 ammette l’utilizzo di polivincloruro nelle pellicole per uso alimentare ma obbliga i produttori a garantire limiti estremamente bassi di eventuale migrazione di particelle ed ecco perchè molte ditte hanno cominciato a commercializzare film a base di polietilene nei quali il PVC è del tutto assente (quelle meno performanti, ricordi?). Il Ministero dell’ambiente, nel dossier “conosci, riduci, previeni gli interferenti endocrini”, creato per informare il cittadino in merito ai rischi derivanti dall’esposizione a talune sostanze chimiche presenti in oggetti di uso quotidiano, fornisce raccomandazioni specifiche per l’uso di PVC in cucina ma è bene sapere che gli ftalati non sono utilizzati solo nelle pellicole a base di PVC ma praticamente in tutte le carte alimentari in commercio. Ecco perchè dovremmo preferire te e tisane sfuse piuttosto che in bustina, fogli in silicone al posto della classica carta da forno ecc. ed ecco perchè, come dirò più giù, eliminare la pellicola in casa non basta, dobbiamo eliminarla anche dalla nostra spesa.
ECOLOGICA? PER NIENTE!
È vero, la pellicola è in grado di conservare più a lungo il cibo contribuendo a ridurre gli sprechi alimentari ma sotto il profilo ambientale dobbiamo considerare che:
- in fase di produzione il PVC genera la formazione di inquinanti clororganici, il possibile rilascio di cloruro di vinile (monomero cancerogeno del PVC) e di additivi come piombo, ftalati, composti organostannici, per non parlare poi della massiccia immissione in atmosfera di gas climalterati, dei costi di trasporto e dei costi di estrazione e trattamento della materia prima. Tanto per fare un esempio, secondo i dati forniti dall’Epa (l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente del governo americano), nel 2006 solo negli USA circa 331 milioni di barili di petrolio e gas naturale sono stati utilizzati per produrre materiali plastici per l’industria alimentare, pari al 4,6% del consumo totale di petrolio raggiunto nel paese in quell’anno.
- in fase di smaltimento non tutte le plastiche sono riciclabili e anche quando lo sono il processo è estremamente costoso dal punto di vista ambientale e non così efficiente e vantaggioso. Per capirci: il vetro lo possiamo riciclare infinite volte, la plastica no, al massimo una o due. Se pensiamo che gli imballaggi in plastica costituiscono circa il 20% dei rifiuti solidi urbani risulta evidente la difficoltà di gestire quantità importanti e in continua crescita: ogni anno solo in Italia si consumano 11.5 miliardi di litri di acqua minerale stoccata in bottiglie di plastica, a queste vanno sommati i vasetti di yogurt, i contenitori delle uova, le vaschette per l’orto-frutta, i sacchetti della pasta e dei surgelati e, appunto, le pellicole, oltre a tanto altro packaging alimentare. Il risultato è che l’80% dell’inquinamento mondiale è causato da plastica, prodotto difficilmente degradabile se non in tempi molto lunghi e causa di contaminazioni ambientali. Si stima che ogni chilometro delle acque salate del mondo contenga circa 46.000 micro particelle di plastica in sospensione e che lo stesso materiale rappresenti il 12% dei rifiuti in acqua dolce (dati in crescita). La plastica finisce poi nella catena alimentare di cui facciamo parte e danneggia quindi la nostra stessa salute.
E’ bene ribadire quindi che anche di fronte alla priorità di eliminare lo spreco alimentare non è l’impiego delle pellicole plastiche la strada giusta da percorrere (perchè è questo quello che ti diranno i sostenitori dell’industria della plastica) e veniamo finalmente alla parte che mi piace di più: le alternative.
CIAO CIAO PELLICOLA!
Facciamo una premessa: quelle che seguono sono solo le soluzioni che ho trovato io, non è detto che siano altrettanto efficaci per te e soprattutto non è detto che tu non possa trovarne di migliori o semplicemente di più adatte al tuo stile di vita, ricorda però che mai e poi mai la soluzione può essere rappresentata da un prodotto usa e getta perché per quanto esso possa essere biodegradabile e/o biocompostabile ci sono voluti un’infinità di risorse per produrlo (soldi, materie prime, acqua, energia ecc.) e il fatto che il suo utilizzo si estingua in una sola volta è: 1) stupido, 2) scandaloso e 3) inaccettabile. Non lasciarti abbindolare quindi dalle promozioni e dai proclami: nessun usa e getta può essere ecologico e sostenibile. Ebbene, ecco come ti elimino la pellicola caso per caso:
contenitori senza tappo

Ho sempre cercato di acquistare contenitori per alimenti in vetro ma anche in questo caso i coperchi erano sempre di plastica. Il risultato? Col tempo il coperchio si deteriorava e si rompeva, lasciandomi con una collezione di contenitori senza tappo, il che mi “obbligava” a usare la pellicola. Quando però ho cominciato a fare le riflessioni di cui sopra mi sono messa in cerca di una soluzione che mi consentisse di non usare più la pellicola ma anche di non buttare i contenitori senza tappo e mi sono imbattuta nei coperchi in silicone alimentare estensibile, i quali si vendono normalmente in set di diverse misure adattandosi bene alla mia collezione di ciotole senza tappo, si estendono fino al 30% della loro dimensione normale e si adattano praticamente a qualsiasi tipo di contenitore, anche di forma quadrata. In più se ben sistemati sono un efficacissimo tappo a tenuta. Si possono utilizzare in forno, forno a microonde, congelatore e lavastoviglie. “Ma è sempre plastica”, starai pensando. Ebbene il silicone è più propriamente una gomma elastica ottenuta dalla miscela di sostanze organiche e polimeri inorganici ma quello che è importante è che, se di buona qualità e ben tenuto, può essere utilizzato molto a lungo, tanto che le marche migliori garantiscono garanzie anche annuali. Le proposte in commercio sono molte ma fai attenzione a ciò che acquisti perché non tutto il silicone è idoneo all’uso alimentare. Assicurati che sia certificato C E o FDA e che sia in condizioni perfette, privo di screpolature e segni di ogni tipo e in generale acquista solo quello di buona qualità (per saperne di più clicca qui). Personalmente prima di acquistare ho seguito i test effettuati da Altroconsumo e ho scelto, tra quelli risultati migliori, i COPERCHI IN SILICONE ESTENSIBILE, così ho eliminato la pellicola da tutti i miei contenitori.
rimasugli di cibo e colazioni al sacco

Lo ammetto, su alcune cose sono un po’ all’antica e in casa mia “non si butta via niente”, neanche il più piccolo pezzetto di formaggio e la pellicola sembrava la soluzione ideale per conservare ogni rimasuglio di cibo rimasto in cucina. Peccato che il contatto diretto con gli alimenti sia fortemente sconsigliato! Ma anche in questo caso ho scoperto che sostituirla era più semplice del previsto, basta usare le biopellicole in cera d’api! Una soluzione così semplice che nessuno ci aveva pensato…almeno fino a poco tempo fa. Dall’unione della cera con altri materiali 100% naturali come il cotone, l’olio di jojoba e la resina infatti, è possibile ottenere questa meravigliosa alternativa riutilizzabile, biodegradabile e lavabile. Anche in questo caso puoi trovare diverse proposte in commercio, tra cui le italiane Beeopack e Apepack, fabbricate rigorosamente a mano, e se sei un amante dell’Homemade puoi addirittura fabbricarle da solo, basta seguire queste istruzioni! Quando mesi fa ho deciso di provarle non sapevo delle aziende italiane, così ho acquistato queste e me ne sono innamorata, anche per quel loro romantico e delicato profumo di miele e resina. Sono lavabili, utilizzabili in frigo e adatte al trasporto, io ci avvolgo il panino e i toast che mi porto spesso al lavoro e quando scarto la mia colazione e si libera quel profumo di miele mi viene voglia di mangiarle! Attenzione però, devono essere lavate delicatamente e mantenute entro un certo range di temperatura. Con questi piccoli accorgimenti le mie sono ancora intatte! Se decidi di provarle fai attenzione a prediligere quelle con poco o niente inchiostro e accertati della qualità dei materiali e degli oli con cui sono state prodotte.
colazione al sacco, snack, frutta secca e cibo da congelare

Come ti dicevo per motivi di lavoro sono un’abitué delle colazioni al sacco e poichè lavoro all’aria aperta, con temperature spesso fredde, oltre al panino porto sempre con me cibi energetici come frutta secca e cioccolato. In questo caso uso i sacchetti riutilizzabili per alimenti, disponibili anch’essi in silicone alimentare e utilizzabili quindi in forno, forno a microonde e lavastoviglie, che mi permettono di portare comodamente in borsa oltre al panino o al sandwich qualunque altra cosa io voglia e, allo stesso tempo, sono utilissimi a casa per conservare e congelare.
elimina la pellicola dalla tua spesa

Sei riuscito grazie a questi consigli ad eliminare la pellicola da casa tua? Bene, è ora di compiere il passo successivo! Se vogliamo essere coerenti con le nostre scelte ed eliminarla davvero dobbiamo infatti ripensare a come facciamo la spesa e cominciare ad acquistare prodotti che ne siano privi. Per alcuni è difficile, gli snack ad esempio sono quasi sempre avvolti nella plastica ed io preferisco farli in casa dal momento che la loro produzione non è nè difficile nè laboriosa (i biscotti di pastafrolla sono davvero alla portata di tutti, ti consentono di usare ingredienti fidati e, soprattutto se hai dei bambini, darai loro qualcosa di più salutare oltre che dei bei ricordi di infanzia. Ti lascio qui una mia ricetta) ma se proprio non ti vuoi cimentare nella produzione dolciaria frugando bene nel banco del supermercato scoprirai che l’involucro di alcuni snack è di alluminio, assolutamente da preferire rispetto alla plastica. Lo stesso vale per tutti gli altri alimenti come pane, pasta, legumi ecc: se puoi sceglierli in confezioni con pochi imballaggi, riciclabili e privi di plastica, bene. Se quello che è fattibile lo fai in casa… meglio! Lo so, stai pensando “Il pane in casa?! Ma io non ho tutto questo tempo!” ma ho una notizia: le macchine del pane esistono, non hanno costi eccessivi, sfornano molti diversi tipi di pane, tutti molto buoni, e sono programmabili, cioè puoi metterci dentro tutti gli ingredienti al mattino, prima di uscire, e dire loro che vuoi trovare il pane appena sfornato alle otto di sera, quando rientri. E loro lo faranno! Io mi sono trovata molto bene con questa ma in commercio ce ne sono moltissime e la scelta deve essere fatta in base a quanto pane si consuma in casa, a quali/quante possibilità vuoi dalla macchina, al prezzo e via dicendo. E arriviamo a frutta e verdura, prodotti sempre più avvolti da inutili e insostenibili pellicole. Cerca di preferire sempre quelli sfusi, non confezionati e coltivati in zona e rifiuta le buste di plastica dentro cui vengono messi al momento della tara o dell’acquisto, anche quelle moderne cosiddette biodegradabili, che sono comunque un prodotto usa e getta e spesso tanto biodegradabili non lo sono neanche. Sostituirle non è difficile, anche nei supermercati la legge ammette l’uso di alcune tipologie di sacchetti retati in cotone o bamboo. Io ho optato per questi, che sono in set di diverse misure e si adattano bene ai vari tipi di prodotti da acquistare, hanno il cordino con la chiusura semplice e rapida e sono resistenti e lavabili. Li ho acquistati l’anno scorso e sono ancora in perfette condizioni. Sappi però che il centesimo della busta il supermercato te lo farà pagare lo stesso!
Operando questi piccoli ed economici cambiamenti la mia famiglia non solo ha ridotto di molto il sacchetto della plastica ma anche risparmiato perchè gli oggetti che ti ho proposto si acquistano una volta sola, la pellicola no, inoltre così facendo abbiamo sostituito anche altri tipi di plastica. Spero che questi piccoli consigli possano esserti d’aiuto ma se deciderai di seguirli ricorda che ognuno di noi ha abitudini ed esigenze diverse e anche le soluzioni in commercio cambiano continuamente, così come cambiano le tecnologie per produrre e smaltire, i rischi ambientali ecc., pertanto il prodotto perfetto non esiste, esiste solo una buona ricerca da parte nostra e la capacità di saper valutare quello che scegliamo di acquistare tenendo presente tutto il suo percorso: dalla produzione, all’utilizzo e allo smaltimento, il che vale per tutto ciò che utilizziamo, comprese acqua, energia ecc. Solo così possiamo tenere per noi la presunzione di avere un briciolo di intelligenza e vivere compatibilmente con il pianeta. Ricorda che #ilfuturoèoggi!